scheggiasms wrote on 13. Nov 2018 at 07:13:
L'articolo mi è servito solo per accorgermi che sbaglio sempre nei soliti punti perché ogni volta,invece che fermarmi e ripetere le battute incerte più volte per renderle sicure,inizio sempre da capo,col risultato che la prima parte è sempre più sciolta e la seconda rimane piena di errori.Ieri mi sono esercitata solo nei punti dove sbaglio e ho notato che va già meglio.Tutto qui.

.Inoltre il mio insegnante tiene molto all'interpretazione,quindi quasi da subito mi sprona a dare le sfumature dovute con i forti,i piani,i diminuendi…..Grazie dei consigli 10dita
Gent.ma, era solo una puntualizzazione

Perché spesso, e lo dico per esperienza diretta, si perde facilmente la meta, il fine.
Certamente altrettanto sbagliato non concentrar lo studio sui passaggi che risultano "
difettosi" (non solo note errate, ma fraseggio, dinamica, agogica etc.), come hai tu ben evidenziato.
Studiar è un delicato "
esercizio" di "controllo", bilanciamento etc.
Ci vuole una grande capacità di "regia": fai vari "
ciak" delle "
scene", verifichi i risultati e poi fai il "
montaggio", se mi passi la metafora cinematografica

La frase fuorviante dell'articolo linkato è codesta:
"
Lo studio, quindi, prende il sopravvento sul suonare, a cui viene riservato solo poco tempo."
Ciò è assolutamente falso!
La fase del "
suonare" deve ricevere lo stesso tempo dello "
studio", se non di più!
Ovvio che se nella fase del "
suonare" qualche passaggio risulta "
difettoso" (per le varie ragion di cui sopra), occorre senza dubbio rivederlo a parte: ma la "
verifica" si fa "
suonando", solo così si può constatare la bontà del proprio "
studiare".
Cordiali saluti