E’ una cosa legata al tuo stato d’animo quando suoni o al “prodotto finito”?
Credo che le due cose siano legate. Inoltre, a differenza di chi ascolta, io mi confronto anche con il risultato che avrei voluto raggiungere. Questa è una differenza enorme per me, io confronto ogni nota che sento con quello che avrei voluto fare. Dal punto di vista dell’ascoltatore il risultato può avere, e spesso ha, un senso, ma non è necessariamente quello che volevo dare io (per esempio, più o meno veloce). C’è anche da dire che l’essere più famosi facilita in qualche modo questo ruolo, ti da il privilegio di far sì che gli altri considerino le tue esecuzioni con maggiore indulgenza, perché per gli altri quello che fai ha senso. Per assurdo, quattro battute suonate da Michelangeli in modo piatto o noioso sarebbero state accettate, dando per scontato il fatto che fosse sua intenzione suonarle così, mentre non saremmo così accondiscendenti con un neo-diplomato del conservatorio.
Hai citato Michelangeli. C’è un pianista che rappresenta un tuo idale o modello?
No, ma ce ne sono parecchi che mi piacciono, tra i contemporanei Sokolov, Perahia, Zimerman o Pollini. Mi piacevano i pianisti del passato, in particolare il modo di suonare di Horowitz che aveva un modo di cantare all’interno di una frase, dove c’erano più crescendo invece che uno solo, c’era grande controllo e forse improvvisazione in quello che faceva, o almeno dava questa impressione.
Quando hai iniziato a suonare?
Ho iniziato a quattro anni e mezzo, non so e non ricordo cosa riuscissi a fare.
Quando hai pensato che avresti potuto fare il musicista di professione?
Non so. Forse è stato una cosa graduale o forse, più probabilmente, l’ho sempre pensato. Chiaramente vincere i primi concorsi ti carica e ti aiuta. La svolta è stata senz’altro vincere il Busoni, dove sono arrivato un po’ demotivato e senz’altro non convinto di poterlo vincere. E’ stato anche un punto di svolta dal punto di vista personale. La mia vita è divisa in un prima e dopo Busoni, in quanto mi ha consentito di raggiungere l’indipendenza economica e ha coinciso con il periodo in cui sono andato a vivere a Imola da solo.
(continua)
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