Acortot wrote on 01. Nov 2016 at 17:36:
Chopin affermando, che c'è un dialogo tra mano destra e sinistra, descrive a parole un qualcosa che è già comprensibile guardando lo spartito: le 2 mani che procedono all'ottava, disegnano armonie implicite, e passando tra i vari registri si creano dialoghi dovuti alla diversa percezione di note acute e note gravi, cioè alcune note si percepiscono più di altre anche senza accentarle il maniera vistosa.
Si, ma pensando al pianoforte di Chopin, e la moda di quell'epoca sulla costruzione di pianoforti francesi ed inglesi, devi capire che almeno che fai un forte sulla tastiera, il suono è SOFFUSO..
leggi le indicazioni... sottovoce..
allora, è ovvio guardando lo spartito che ci sono delle 'melodie' nascoste nel furore della miriade di sedicesime del pezzo... se non vengono accentuate nel contesto del suono 'velato' (Liszt) del Pleyel, non si sentono veramente..
con il martello morbido, suonando velocemente e piano-mezzo forte, le note si sfumano una nell'altra quindi si creano effetti orchestrali (archi, fiati dolci) oppure effetti tipo 'onde' o 'vento'..
secondo te, perché nella musica pianistica di quel periodo c'erano tutte quelle scale ed arpeggi estesi? Su un Yamaha moderno, sembrano una mitragliatrice, almeno che sfiori appeno la tastiera, ma poi, visto che devi sfiorare, non riesci a suonare velocemente con controllo
etc. etc.
Questo effetto mitragliatrice, sarò sfortunato, ma non mi è mai capitato di udirlo... almeno nelle varie incisioni ed esecuzioni live che ho avuto il piacere di ascoltare sia su Yamaha, sia su Stenwey, Fazioli...
Il motivo dell'uso di questo tipo di figurazioni è a mio avvviso,puramente musicale, la scrittura per strumenti a tastiera (dopo che gradulamente, il forte piano stava prendendo il posto del clavicembalo) si stava evolvendo, già Beethoven aveva intuito, che le potenzialità del pianoforte, andavano ben oltre il basso albertino a parti strette, cioè aveva capito che il pianoforte permetteva di utilizzare figurazioni, che a livello orchestrale o quartettistico non si sarebbero mai potute avere all'epoca.
Pensiamo a quante possibili linee melodiche può suggerire un semplice arpeggio, anche senza accentare delle note, l'ascoltatore potrà percepire soggettivamente varie linee, questo accade solo sul pianoforte e non a livello orchestrale.
Oppure pensiamo, ad un accompagnamento con la sinistra che suona il basso e poi subito va a suonare l'accordo, il basso può essere tenuto dal pedale in inifiniti modi...
l'ascoltatore può percepire che il basso idealmente continui anche sull'accordo, anche dopo aver alzato il pedale, questo per via del suono neutro del pianoforte.