caraciaccabumbum wrote on 06. Sep 2018 at 13:05:
Riassumendo :
PResupposto del concetto dell'articolazione :
è questo il famoso gesto così come viene spiegato chiaramente in questo video ?
https://www.youtube.com/watch?v=k6ig9oexG4cMa queste cose non sono state viste in malo modo già dal Deppe ?

- Vitale : da Wikipedia : La tecnica pianistica nell'insegnamento di Vincenzo Vitale
Le novità introdotte da Vitale nella didattica pianistica sono di tipo sia concettuale che puramente tecnico. L'idea fondamentale è quella che ogni caratteristica del suono percepito debba corrispondere univocamente (per l'orecchio allenato e sensibile) a un determinato gesto tecnico; ciò rende possibile il controllo di aspetti tecnici dell'esecuzione attraverso l'ascolto del suono. Fin dalle prime fasi dello studio del pianoforte, dunque, l'attenzione dell'allievo non era concentrata sulla messa in pratica di atteggiamenti tecnici prescritti a priori, ma sull'ascolto connesso col rilassamento muscolare.
Dal punto di vista puramente tecnico l'approccio di Vitale era appunto caratterizzato da una ricerca del rilassamento totale dei muscoli della spalla, del braccio e dell'avambraccio, sull'elasticità del polso, e sull'utilizzazione del peso che, muovendo appunto dalla "catena" spalla-braccio-avambraccio-mano andava a scaricarsi sulle dita, evitando qualsiasi irrigidimento della mano, dovuto al tentativo di "articolare" artificiosamente le dita a mo' di "martelletti" (secondo l'impostazione tradizionale allora diffusa se non prevalente). La tecnica pianistica insegnata da Vitale costituiva quindi una rielaborazione della "tecnica del peso", che era stata teorizzata tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento da diversi studiosi e didatti, come Friedrich Adolf Steinhausen, Rudolf Breithaupt e altri. Al fine di sviluppare le caratteristiche menzionate Vitale raccomandava esercizi tecnici quotidiani, tratti sia dalla "Dinamica pianistica" di Attilio Brugnoli e dai lavori di Carl Tausig (che si sono imposti nella tradizione didattica italiana in gran parte grazie a lui), sia di propria invenzione.
- Insegnanti vitaliana che insegnano l'articolazione (?)
- Mia esperienza

Ma ragazzi , siamo sicuro che , in questa benedetta scuola vitaliana, sia stato capito tutto per bene ?

Bruno Canino che dice ?

ad una sua master mi faceva vedere esercizi scritti chiaramente nel libro di Leonardo Fantone - Tecnica pianistica essenziale che si propone come un sunto degli insegnamenti vitaliani ...e in ciò si fanno le cosiddette flessioni delle dita , ovvero tenere la mano aggrappata alla tastiera e i polpastrelli attaccati alla superficie dei tasti e da questi flettere il dito

li ho provati e mi hanno dato pure male
A proposito del libro di Fantone, che ho trovato davvero ben realizzato, il problema è che alcune descrizioni verbali si prestano ad equivoci e quindi rischiano di non essere eseguiti come sono stati pensati dall'autore, generando più problemi che soluzioni.
Ho preso allora l'iniziativa di mettermi in contatto con la fonte. Il Maestro Fantone è stato molto gentile è disponibile. Vi riporto quello che mi ha detto:
1) E' orgoglioso di appartenere alla Scuola Vitaliana e di aver realizzato un testo che a quella scuola si ispira;
2) L'esercizio "flessione muta delle dita" da lui descritto a pagina 10 del libro va effettuato senza abbassare i tasti e quindi aderendo completamente alla tastiera ma senza "appendervisi".
Mi scrive il Maestro Fantone:
"Egregio Angelo,
ho apprezzato molto il suo interessamento alla mia pubblicazione pertanto tenterò con questo contributo di apportare maggiore chiarezza alle perplessità da lei esposte e da lei rilevate nella discussione nel Forum Il Pianoforte Classico.
In riferimento allo svolgimento dell’esercizio della flessione muta di ogni singolo dito, bisogna appoggiare le cinque dita su cinque tasti bianchi in posizione naturale e distesa, lasciando che il palmo resti anch’ esso appoggiato però sulla parte esterna della tastiera. Da questa posizione di appoggio totale delle dita e del palmo, ogni dito deve esercitare singolarmente una flessione che porti ad avvertire il peso dell’avambraccio sotto la punta della falangetta,senza toccare il tasto con l’unghia. Ad iniziare la flessione è infatti la falangetta, coinvolgendo falangina e falange.
Durante la flessione di ogni singolo dito, le restanti dita devono rimanere decontratte. Successivamente decontrarre il dito impegnato riportando la mano nella posizione iniziale per passare poi alla flessione muta del dito successivo.
Per quanto riguarda la caduta senza spostamento o con spostamento dell’avambraccio, si comincia l’esercizio mantenendo l’avambraccio sospeso con la mano pendente dal polso in modo tale che le dita distese avvertano il contatto dei tasti sottostanti quindi, lasciar cadere di peso l’avambraccio, liberando il tendine che lo trattiene al braccio e bloccando la sua caduta con la flessione del dito.
Nel caso della caduta senza spostamento dell’avambraccio, la caduta si effettua su cinque tasti ascendenti e discendenti, con ciascun dito della mano.
Nel caso della caduta con spostamento dell’avambraccio, la caduta si effettua su tutti i tasti della scala di Do maggiore ascendente e discendente con ciascun dito per volta." ... continua