pianozero wrote on 16. Jan 2019 at 20:01:
Seguo in silenzio il thread ma lo trovo molto interessante.
Alcuni capolavori postati per me sono imprescindibili; penso alla Cattedrale di Debussy e a tutti quelli di Ligeti !!
Vado meno d'accordo con il dedocafonismo puro, ad esempio pezzo di Boulez per me è ostico, non dico inascoltabile ma difficilmente "gradibile". Così come trovo un po' noioso Shoenberg.
Se l'arte è comunicazione (è stato detto) con certa musica fatico un po' più a sintonizzarmi ma sono assolutamente propenso all'ascolto e ad approfondire
un autore poco citato ma che io considero alle basi del moderno è Prokofiev direi che da lui Debussy, Bartok e Ligeti traggo le maggiori soddisfazioni dalla musica non più classicissima
Domanda banale; dirò che per me non è ancora chiarissimo cosa s'intenda per musica contemporanea. si fa riferimento da una data in poi, solo a questo ?
Come giustamente dice Emanuele Nutile nell'articolo postato da scheggiasms, non si può dare una definizione precisa, ma, parlando del mondo occidentale, si ritiene che sarebbe meglio partire dalla fine della seconda guerra mondiale.
Bisogna considerare allora il termine stesso, c'è poco da fare, musica contemporanea è la musica contemporanea Smiley.
Poi la definizione di un periodo storico con un certo termine è solo un artificio.
Un giorno, visto che abbiamo raggiunto ormai un periodo di quasi un secolo, forse si chiuderà "catalogandolo" con un altro termine, e il periodo che segue si chiamerà ancora musica contemporanea, chissà. Però tutto dipende non certo da questi artifici, ma da quali figure carismatiche, musicalmente parlando, avremo

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Poi si può dire che dagli anni '40 a Darmstadt si forma una "scuola" a partire da Webern (allievo e successivo a Schoenberg!) con le tecniche seriali e le tecniche musicali di Messiaen, influenzate dalle culture extra-europee, in particolare quella indiana. E’ da li che prendono le mosse gli “ostici” Stockhausen, Boulez, Nono, Maderna.
Tuttavia è dagli anni '50 (con la ricostruzione post-bellica di Germania e Austria) che esplodono letteralmente le idee musicali e si separano in svariati "rivoli" (musica aleatoria, concreta, minimalista, ecc).
E gli anni ’60, ’70, ’80, ’90, ecc.?
Capirai che siamo lontani "mille miglia" da Schoenberg (per non parlare poi di Debussy), inoltre siamo ad un continuo "aggiornamento" e continua evoluzione del, passatemi il termine, contemporaneismo.
Ecco, per quanto riguarda Schoenberg, più sopra ho postato un mio percorso sulla sua musica che trovo molto graduale, prova ad ascoltare qualcosa, chissà che non cambi l'opinione che ti sei fatto

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